L’Etna (per i locali, “A Muntagna”), con i suoi 3.357 metri è il Vulcano attivo più alto d’Europa. Domina la Sicilia e la città di Catania (dal greco kata Aitna, ai piedi dell’Etna); le sue pendici affondano nel mare di Acitrezza. Perennemente attivo, regala due o tre colate laviche ogni anno, che tingono il cielo di rosso e le strade di nero.
D’inverno il Vulcano si riempie di neve, e le alte cime bianche, spesso avvolte da nubi, sono visibili da grandi distanze. Nonostante l’altitudine, il clima è mediterraneo e privo di forti escursioni termiche.
Negli antichi crateri dismessi caratterizzati da profondi avvallamenti l’uomo ha, nel corso dei secoli, dato vita a una viticoltura eroica. Le colate laviche, ormai raffreddate, lambiscono i vigneti, arrampicati sulle alture grazie alle terrazze, dette in siciliano custeri, costruite dall’uomo a secco, pietra lavica dopo pietra lavica.
La viticoltura sull’Etna, è un atto di coraggio, é un gesto d’amore. Ed il Vulcano ricambia questo sentimento offrendo un vino fortemente territoriale, oltre che distintivo.
Ogni anno “A Muntagna” emette più di 500.000 tonnellate di cenere e prodotti piroclastici. Una costante pioggia di sabbie nere, un concime naturale, che arricchisce i terreni e rende i suoi vini inconfondibili, ma che al contempo mette in pericolo ogni coltivazione. È l’espressione, quotidiana, della forza e della violenza del Vulcano, che incute rispetto nei suoi abitanti, e che ci ricorda la sua presenza costante.
Il clima, le sabbie e i terreni formatisi nei millenni per lo sgretolamento della lava disegnano un territorio unico, con ciascuna zona – detta contrada – capace di esprimere dei vini con caratteristiche differenti.