Come succede a molti figli di quest’isola, la vita ci ha portato lontano. Il viaggio, per chi parte, è una sfida. È un modo per cercare se stessi, incrociando luoghi e persone diverse. Ma è lungo il cammino che nasce il desiderio di riappropriarsi delle proprie radici, di tornare a casa. Il grande tema del nòstos, che impregna ed accomuna tutti i popoli della Magna Grecia. È per questo che abbiamo deciso di ritrovare le nostre origini, in una terra difficile ed al contempo generosa che da millenni accoglie tutti i popoli che attraversano il Mediterraneo. Siamo tornati al Vulcano per riappropriarci degli odori, dei sapori e delle sensazioni della nostra infanzia e della loro dimensione onirica.
Tenute dei Ciclopi nasce da un’amicizia antica, iniziata tra le aule dell’Università.
«Amo il vino perché è amicizia, unisce e abbraccia»
Ho deciso di rimanere a vivere in Sicilia, dove sono nato, sebbene spesso il lavoro mi porti a viaggiare in Italia ed all’estero. Mi occupo di formazione ed ho una passione per la cucina. Non mi definisco chef, ma “cucinatore con lentezza”. Mi piace mescolare la millenaria tradizione culinaria e gastronomica siciliana con le ricette e le spezie dei tanti popoli che nel corso dei secoli hanno attraversato il Mediterraneo. Amo sperimentare e costruire ponti ideali, percorsi enogastronomici che leghino l’Etna ai paesi del Nord Africa e del Vicino Oriente. Amo il vino perché è convivialità e amicizia, unisce e abbraccia.
«L'enogastronomia è l'espressione più autentica della nostra cultura»
Sono nato a Catania, proprio ai piedi del Vulcano. Sono un avvocato, attualmente responsabile degli affari legali di una nota azienda di produzione cinematografica. Mi divido, insieme a mia moglie e al piccolo Giovanni, tra Roma e New York, anche se mi rifugio sull’Etna ogni volta che posso. Sommelier per passione, credo che l’enogastronomia sia l’espressione più autentica del nostro paese e della nostra cultura. Tenute dei Ciclopi è per me un modo di raccontare il legame profondo che mi unisce a una terra e una comunità.
«Tenute dei Ciclopi era già parte della mia vita ancor prima di essere fondata»
Sono nato sull’Etna, e vivo tra Catania e Roma insieme a Ludovica. Sono laureato in giurisprudenza ed economia e commercio ed ho un dottorato in Unione Europea. Sono presidente di un’organizzazione non governativa associata al Dipartimento di Global Communication delle Nazioni Unite che organizza in tutto il mondo percorsi di eccellenza basati sul metodo del learning by doing. Ho conosciuto la prima vite di Nerello Mascalese a 3 anni, nella casa di campagna della mia famiglia a Nicolosi, sul versante sud del Vulcano. In quella casa mio padre Enzo, uno scultore catanese, avrebbe scolpito qualche anno dopo un Polifemo, con i capelli e la barba intrecciati di uva. Tenute dei Ciclopi era già parte della mia vita prima ancora di essere fondata.
Guidati da Salvo Foti, l’enologo che ha rifondato la viticoltura etnea, produciamo vini Etna DOC esclusivamente da vitigni autoctoni: il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio per i rossi, il Carricante e il Catarratto per i Bianchi.
Facciamo un vino che parla di noi e della nostra terra, che affonda le sue radici nelle viscere infuocate del vulcano, le cui uve sono accarezzate dalla salsedine che viene dal mare. Un vino che è insieme di mare e di montagna, che racconta attraverso il gusto e l’olfatto la cultura caleidoscopica della nostra isola a genti vicine e lontane.
I nostri viniAbbiamo deciso di recuperare, pian piano, con la lentezza dei gesti antichi di chi ama la propria terra, alcune vigne storiche, scampate alle varie eruzioni vulcaniche che tante volte, nel corso del tempo, hanno spazzato via ogni segno dell’uomo.
Abbiamo scelto di curare vecchie viti, anche a piede franco, tra Castiglione di Sicilia e Randazzo, ad altitudini che mai sono state raggiunte dalla fillossera, recuperando l’alberello siciliano e utilizzando i tradizionali pali di castagno provenienti dai nostri boschi.